Minicorso in video per Pediatri di Famiglia

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In questa sezione potrete visionare dei video rivolti ai genitori sia prodotti da SICuPP che da altre associazioni.

 

Cara mamma...

Utili consigli per prevenzione della SIDS - SICuPP - Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche


SECONDA PUNTATA

Abbiamo visto le due principali attività dei porti italiani: Merci e Crociere. Secondo voi su quale di queste due è più importante soffermarsi e perché?  Come sempre cercate di rispondere e poi aprite la figura successiva.

  • fig-3

 

 

 

 

Ci soffermeremo in particolare sul traffico crocieristico. Nella fig.2 della prima puntata abbiamo visto le prospettive di aumento del traffico dal 2018 al 2019. E’ questo un settore in continua crescita, e tale incremento nella maggior parte dei porti ha un trend continuo come vedete dalla figura. Infatti il traffico crocieristico che interessa il Mediterraneo è in costante aumento come numero e dimensione delle navi e quindi come numero di crocieristi.

  • fig-4

 

 

 

 

A differenza poi del traffico commerciale, dove una nave quando arriva in un porto mentre scarica e  carica le merci spegne i motori, le navi da crociera no.  Durante lo stazionamento delle navi da crociera ormeggiate ai moli queste città galleggianti devono tenere i motori accesi per funzionare e garantire i servizi di bordo ai passeggeri.

E con quali effetti a livello di inquinamento? Per le città diamo importanza all’inquinamento da combustibili sia da riscaldamento che da macchine. Ma avete un’idea nelle città con porti di quanto sia il rapporto tra inquinamento da navi da crociera e da macchine? Inquinano più le macchine o le navi? Dopo che avete provato a rispondere guardate le figure e i commenti successivi.

  • fig-5

 

 

 

  

Sorpresi vero?

Spagna e Italia sono le nazioni europee più interessate al fenomeno.

  • fig-6

 

 

 

 

Questi dati si riferiscono al biossido di zolfo e all’ossido di azoto, ma le sostanze inquinanti sono ovviamente più numerose: sapete quante sostanze inquinanti sono state emesse nel 2017 dalle 203 navi da crociera in Europa? 

62mila tonnellate di ossidi di zolfo, 155mila di ossidi di azoto, 10mila di polveri sottili e più di 10 tonnellate di CO2.

  • fig-7

 

 

 

 

E sappiamo come  l’esposizione a massicce quantità di inquinanti comporti un incremento del rischio di tumori, dell’incidenza di asma, di malattie neurologiche specie nei bambini. Ma sugli aspetti sanitari torneremo in seguito.

 

TERZA PUNTATA

Facciamo qualche altro utile confronto sul rapporto tra inquinamento da navi da crociera e inquinamento da automobili: in particolare quali sono le navi da crociera più inquinanti rapportate al numero equivalente di macchine? Eccovi sotto un elenco parziale di compagnie di navigazione che vi spingeranno a proporre una vostra classifica.

  • fig-8

 

 

 

 

E confrontate adesso le vostre ipotesi con quanto presente nella figura e nella tabella successiva.

  • fig-9

 

 

 

 

Sorpresi vero da questi dati? E’ un invito a riflettere in particolare per voi che abitate in città portuali.

A questo proposito, sapete quali sono i porti Italiani più inquinati da ossidi di zolfo emesso dalle navi? Anche in questo caso provate a fare una vostra classifica, o come minimo immaginare dove la vostra città portuale si possa collocare, e poi aprite la figura successiva.

  • fig-10

 

 

 

 

E come si collocano questi porti nella classifica Europea?

  • fig-11

 

 

 

 

Al dodicesimo posto troviamo Napoli, seguita da Genova, poi La Spezia (18°), Savona (20°), Cagliari (30°), Palermo (35°), Messina (36°), Bari (50°).

Cosa possiamo anche capire dalla tabella precedente e visivamente da questa figura che si riferisce in particolare alle 5 città portuali con pia alto livello di inquinamento ?

  • fig-12

 

 

 

 

Si deduce che il rapporto tra ossidi di zolfo emesso dalle navi e quello emesso dal traffico è molto più alto nei porti più piccoli rispetto a quelli dei porti con maggior numero di abitanti. La situazione di Civitavecchia è estremamente significativa: il rapporto tra l’ossido di zolfo emesso dalle 76 navi ad crociera che hanno toccato il suo porto nel 2017 e le 35000 macchine immatricolate è molto alto ( più di 54 volte ), altrettanto rilevanti i valori di Venezia ( >20) e di Livorno (>15). Confrontateli con gli altri porti, e notate la differenza.

Nella figura successiva potete vedere i risultati del monitoraggio dell’ossido di azoto nei porti liguri, con superamenti dei limiti medi annuali in alcune zone, ma anche con i valori massimi ritrovati.

  • fig-13

 

 

 

 

  • fig-14

 

 

 

 

E sempre da rilevamenti dell’ARPAL,  ( questi dati sono stati presentati ad Ancona nel Gennaio 2019 nel SEMINARIO NAZIONALE  Verso una gestione sostenibile delle attività portuali: confronto tra le esperienze del Sistema Nazionale delle Agenzie Ambientali  ) vediamo meglio il ruolo delle navi a seconda dell’arrivo, dello stazionamento e della partenza nel determinare la qualità dell’aria.

Per le altre sostanze inquinanti la situazione è similare. Sempre prendendo come riferimento Civitavecchia, ai volori di ossidi di zolfo vanno  aggiunti oltre 500mila chili di ossidi di azoto, pari a 381 volte quelli emessi dai veicoli circolanti e 8.898 chili di particolato.

E per quanto riguarda il particolato, vediamo la situazione di Venezia con i ruoli relativi delle singole sorgenti

  • fig-15

 

 

 

 

Ma secondo voi quali sono le previsioni da qui ai prossimi 30 anni sull’evoluzione quantitativa di questi inquinanti? Aumenteranno? Rimarranno invariati? Diminuiranno?

Dopo aver provato a rispondere guardate il grafico successivo

  • fig-16

 

 

 

 

E riflettete sul fatto che la sempre più rapida evoluzione verso macchine ibride o elettriche porterà ad una rilevante diminuzione dell’inquinamentoi da traffico, mentre i possibili e auspicati miglioaramenti a livello navale non saranno della stessa portata.

Ma perché secondo voi i porti più inquinati si trovano prevalentemente nel mediterraneo?

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Perché nel Mediterraneo ci sono norme meno stringenti”, in particolare nel Mare del Nord  è in vigore una cosiddetta “Sulphur emission control area” che ha portato al dimezzamento delle emissioni grazie a un limite al tenore di zolfo contenuto nei carburanti fissato allo 0.1 per cento. Sempre nel Nord Europa a breve entrerà in vigore una area sotto vigilanza, che consentirà di ridurre anche le emissioni di ossidi di azoto.

 

QUARTA PUNTATA

Sappiamo che l’inquinamento atmosferico riconosce tre principali tipologie di fonti dannose per l’ambiente: il riscaldamento domestico, il traffico auto-veicolare e la prossimità di impianti produttivo-industriali. Tra questi ultimi rientrano i danni ambientali causati da attività portuali e aeroportuali.

Anche i fattori climatici ovviamente interferiscono nel poter migliorare o peggiorare i livelli e la durata temporale dell’inquinamento.  A livello portuale ha un ruolo rilevante la direzione anemometrica (vento) in quanto il fumo delle ciminiere viene spinto verso terra quando siamo in presenza di una brezza di mare, e la cui intensità determina anche la profondità dal litorale del trasporto delle sostanze inquinanti.

  • fig-17

La concentrazione media anniale di SO2 risulta significativamente più alta a livello portuale rispetto al resto della città, e l’analisi della rosa dell’inquinamento da SO2 evidenzia come l’area portuale rappresenti una delle sorgenti di emissione più significative per questo inquinante.

Comuque I livelli di qualità dell’aria non sono risultati difformi da quelli monitorati presso le stazioni di qualità dell’aria della rete regionale presenti nella zona e rispettano i limiti della normativa per tutti gli inquinanti monitorati.

Ricordiamoci sinteticamente dei principali danni legati ad alte e prolungate esposizioni ad alcuni inquinanti ambientiali:

SO2 L’esposizione acuta può provocare rinite, bronchite, infiammazione agli alveoli. Se l’esposizione è prolungata, provoca broncocostrizione. Può aumentare inoltre la viscosità del plasma e la coagulazione del sangue, causando un aumento di rischio di infarto del miocardio.

NO2 E’ irritante delle vie respiratorie e degli occhi, può raggiungere gli alveoli e provocare edema polmonare. Si combina con l’emoglobina impedendo il trasporto di ossigeno ai tessuti.

PM Può causare danni respiratori. Veicola nell’organismo altri microinquinanti, come metalli e IPA. Ciò spiega i suoi possibili effetti mutageni. Traffico intenso e motori diesel aumentano la probabilità di effetti mutageni da parte del particolato.

NON ci sono studi specifi sugli effetti di questi inquinanti nei bambini che vivono in città portuali in assoluto o in funzione della distanza relativa dal porto.

Abbiamo dei dati sugli effetti delle esposizioni ambientali ed occupazionali sulla mortalità della popolazione residente nell’area di Civitavecchia, pubblicati nel Maggio 2016, che evidenzia come la residenza entro 500 metri dal perimetro del porto risulta associata ad incrementi di rischio di mortalità per tumore al polmone (HR=1.31 IC 95% 1.04-1.66) e malattie neurologiche (HR=1.51 IC 95% 1.05-2.18).

Per quanto riuarda l’NO2, emesso principalmente da motori diesel, e quindi un buon tracciante delle emissioni navali che sono dovute a grandi motori marini a ciclo diesel, in base ai risultati di Ennio Cadum, si sono trovati effetti statisticamente significativi nelle città portuali dell’NO2 per le patologie dell’apparato respiratorio, maggiori nella fascia di età pediatrica (0-14 anni), in particolare con esacerbazione delle patologie infettive (bronchiti e polmoniti).L’effetto è massimo quando si considerano gli effetti cumulati perduranti nei 5 giorni successivi agli aumenti di concentrazione dell’NO2 .

Effetti positivi, di entità minore e non statisticamente significativi dell’NO2 nelle città portuali per le patologie cardiovascolari, le malattie cerebrovascolari (ictus) e lo scompenso cardiaco.

Visto comunque la tipologia degli inquinanti, possiamo sempre far riferimento alle patologie maggiormente collegate in ambito pediatrico alle sostanze emesse dalle attività portuali.

Ma è possibile fare qualcosa?

  • fig-18

 

 

 

 

Una serie di proposte fattibili ( in quanto già attuate in alcune realtà) potrebbero essere:

 

  • fig-19

 

 

 

 

QUINTA PUNTATA

L’impiego di un carburante a basso tenore di zolfo (<0,1) a partire da una distanza di 12 miglia dalla costa 

Parlando di questo progetto, secondo te l’obiettivo di ridurre la percentuale di zolfo nei carburanti  ad uso marittimo in questo modo è ottimale?

SI     □     NO  □

Intanto il carburante utilizzato dalle navi da crociera nei porti (0.1% | 1000 ppm) ha una percentuale di zolfo di 100 volte superiore a quella ammessa – da ormai 15 anni – nei carburanti usati sulla terra (0.001% | 10 ppm). In navigazione, invece, le navi passeggeri utilizzano un carburante ancora più sporco, che ha un tetto quanto a zolfo dell’1,5% per le navi passeggeri, mentre i cargo possono utilizzare un olio con un tenore di zolfo che arriva fino al 3,5%.

Quali problemi ad esempio nella riduzione dello Zolfo?

L'IMO (Organizzazione Marittima Internazionale) è un'agenzia specializzata dell'ONU responsabile della regolamentazione marittima globale e, in vigore dal 1° gennaio 2020, il suo Comitato per la protezione dell'ambiente marino ha imposto un limite al combustibile utilizzato per le emissioni dello 0-5% di massa per massa di zolfo. In precedenza, il limite era del 3.50% massa per massa per le navi che operano al di fuori delle aree di controllo delle emissioni.

Sebbene la regolamentazione delle emissioni dei trasporti marittimi non sia al centro dell'accordo di Parigi - forse a causa delle difficoltà nell'assegnare le emissioni a specifici paesi e nel controllare il rispetto delle norme - è indubbiamente centrale nell'agenda del cambiamento climatico per la mitigazione dei gas a effetto serra.

Secondo te la riduzione prevista al limite di zolfo nei combustibili navali porta automaticamente ad un miglioramento climatico?

SI  □ NO □  NON LO SO □

Non è tutto così semplice. Per ironia della sorte, la riduzione immediata dell'SO2 contribuisce al riscaldamento globale se non si riduce contemporaneamente la CO2. L'SO2 atmosferica fa infatti parte del meccanismo di raffreddamento globale attraverso la conversione in aerosol di acido solforico, che blocca la radiazione solare in entrata e riflette il calore del sole. Infatti, lo spruzzo di zolfo nell'atmosfera è stato proposto come una forma di geoingegneria per raffreddare il pianeta spargendo la radiazione solare e riducendo così la quantità di riscaldamento superficiale da radiazioni a onde corte.

Inoltre la riduzione dello zolfo potrebbe influire sulla complessa interazione tra SO2 e CO2 nel riscaldamento globale. L'SO2 gassosa nell'atmosfera dura solo pochi giorni, mentre l'effetto di riscaldamento della CO2 dura secoli. L'SO2, insieme all'NO2 hanno anche effetti indiretti  sull'acidificazione e sulla fertilizzazione degli oceani, che influenzano lo scambio di CO2 tra l'atmosfera e gli oceani.

 

Secondo te queste difficoltà saranno maggiori nel traffico commerciale o in quello crocieristico?

Commerciale  □  Croceristico  □  Equivalente □

Il sistema commerciale sarà in maggior difficoltà. Ad esempio l'associazione degli armatori delle Filippine ha indicato che le navi nazionali non sono pronte a conformarsi al nuovo regolamento e altre parti hanno richiesto che si ritardi quanto previsto a causa del timore che i combustibili conformi possano non essere prontamente disponibili nelle quantità necessarie in tutto il mondo.
Tra l’altro gli armatori dovranno sostenere costi elevati, col rischio di possibili fallimenti. Il rispetto del limite massimo di zolfo è ottenibile in due modi principali: bruciando combustibile con una concentrazione di zolfo entro il limite massimo o installando a bordo una tecnologia di abbattimento delle emissioni (scrubber). Vi è un effetto a cascata su tutta la catena di approvvigionamento. L'installazione di uno scrubber retrofit costa milioni di dollari per nave. Tuttavia, un'alta percentuale della flotta globale è dotata di sistemi a ciclo aperto, in cui i gas di scarico vengono spruzzati con acqua di mare e le acque reflue trattate vengono poi scaricate in mare. Si teme che la regolazione del tappo di zolfo possa inavvertitamente convertire l'inquinamento dell'aria in inquinamento dell'acqua quando le acque reflue non vengono trattate correttamente e vengono scaricate illegalmente.

 

Cosa ci possiamo aspettare dalla riduzione delle emissione di SO2?

  • fig-20

 

 

 

 

Come si stanno muovendo le compagnie crocieristiche?

Cominciando ad esempio a sostituire l’olio combustibile col GNL  (Gas Naturale Liquefatto).

La Costa Smeralda, verrà infatti alimentata utilizzando il GNL, ovvero il gas naturale liquefatto. La Mardi Gras (Carnival Cruise Line) sarà a propulsione dual fuel, cioè con motori che possono essere alimentati sia con il combustibile tradizionale che con gas naturale liquefatto.

Per le navi, il GNL presenta un chiaro vantaggio rispetto all'olio combustibile pesante, anche se prestazioni analoghe possono essere ottenute dotando le navi di sistemi di post-trattamento come SCR e DPF e utilizzando gasolio marino a basso tenore di zolfo.

  • fig-21

 

 

 

 



Pier Luigi Tucci

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