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Le liste e i tempi di attesa quando si richiede una consulenza specialistica o un accertamento diagnostico sono uno degli elementi di maggior rilevanza nella valutazione della qualità organizzativa dei servizi sanitari, e sappiamo essere spesso un fattore di criticità sia da parte dei cittadini che degli operatori sanitari. A livello pediatrico in varie realtà sono stati predisposti, in accordo tra pediatri di famiglia e strutture universitarie, ospedaliere o territoriali, dei percorsi definiti per cercare di ovviare, nei limiti del possibile, a queste criticità. Il Ministero, all’interno del Piano Nazionale per le Liste d’Attesa per il triennio 2019-2021, ha sviluppato il modello RAO,  (Raggruppamenti di Attesa Omogenei) con l’obiettivo di identificare le categorie di contenuto clinico per l’accesso alla prestazione specialistica (diagnostica o terapeutica), omogenee per l’attesa che può essere assegnata al caso clinico senza compromettere la prognosi del paziente.

La definizione di priorità clinica parte dalla gravità delle condizioni di un paziente e dalla misura in cui si prevede che il trattamento sia benefico. La priorità relativa, a sua volta, deriva da una combinazione di fattori urgenti e non clinici (ad esempio capacità di lavorare, vivere in modo indipendente o prendersi cura di persone a carico). Altrettanto importante ai fini della valutazione dell’urgenza diagnostica è la necessità di stimare la probabilità che la procedura fornisca informazioni diagnostiche determinanti, così come la probabilità che il trattamento successivo migliori i risultati di salute.

A conclusione di un lavoro durato più di un anno è stato finalmente approvato dalla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano l’aggiornamento del Manuale RAO (Raggruppamenti di attesa omogenea), redatto dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS), che ha visto il coinvolgimento di Referenti Istituzionali, di Associazioni e di Società scientifiche e di Organizzazione Sanitaria nominate per il supporto alla realizzazione del Progetto.  

La SICuPP è stata parte attiva. e costantemente presente, nella seconda parte dello sviluppo del progetto, a difesa, promozione e valorizzazione delle competenze professionali, culturali e organizzative proprie dell’area delle cure primarie pediatriche.

Caratteristiche del Modello RAO:

  • Garantisce tempi di attesa massimi per categorie differenziate
  • Necessita della attribuzione del grado di priorità anche da parte dello specialista che eroga la prestazione per un confronto di concordanza col prescrittore
  • Le indicazioni sono basate su linee guida e su un linguaggio condiviso con rappresentanti dei principali stakeholders
  • Definisce indicazioni cliniche per categorie differenziate di attesa (vanno previste indicazioni di contenuto socio-sanitario per cittadini con particolari fragilità)
  • L’implementazione del modello è possibile favorendone l’applicazione progressiva all’interno delle aree regionali e di azienda provinciale
  • Prevede lo sviluppo e l’applicazione di strumenti di aiuto alle decisioni in fase di prescrizione e di feedback sulla concordanza

Tutto ciò potrà permettere, nei tempi organizzativi che ciascuna Regione si darà, di poter finalmente dare un reale significato al campo “priorità della prestazione” presente nel ricettario standardizzato del SSN e identificato nei quattro livelli che sono:

  • U (non oltre 72 ore)
  • B (entro 10 giorni)
  • D (entro 30 giorni per visite, entro 60 giorni per prestazioni strumentali)
  • P (entro  120 giorni).

Potete vedere sotto un esempio legato all’ecoencefalografia.

Un’applicazione successiva riguarderà al momento applicativo l’utilizzo delle procedure previste per il modello RAO nei programmi delle nostre cartelle cliniche informatizzate, per poter scegliere con semplicità e precisione in quale classe di priorità inserire il quesito clinico.

Il lavoro non si è ovviamente concluso: una revisione sistematica collegata sia all’esperienza sul campo, sia a nuove evidenze scientifiche è prevista, e già in corso per alcune aree specialistiche.

Così come è previsto il passaggio dalla iniziale ed essenziale valutazione di concordanza tra quanto richiesto dal medico proscrittore e quanto valutato dallo specialista ad una ovviamente più complicata valutazione dell’appropriatezza prescrittiva.

Pier Luigi Tucci