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Bambini e lockdown: un anno dopo! La parola ai genitori(clicca sul titolo per scaricare il documento) è un sondaggio in cui le mamme e i papà raccontano la vita dei loro  bambini dopo più di un anno di nuove regole di vita imposte dalla pandemia.

Una ricerca condotta  in Lombardia, la regione più colpita dalla pandemia,  dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche Lombardia (SICuPP Lombardia*) su un campione di oltre 3000 bambini - Coordinatrice scientifica del progetto: Marina Picca  (Presidente SICuPP Lombardia), con la collaborazione di un gruppo di ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca (Coordinatore Prof. Paolo Ferri ).**

La ricerca era stata realizzata lo scorso anno al termine del periodo di lockdown 2020 in bambini di 1-5 anni e 6-10 anni ed è stata riproposta nel maggio 2021 per conoscere come sono cambiate le abitudini di vita e i comportamenti sempre in questa fascia di età.

Il quadro che emerge  dai risultati  2021 mette in evidenza alcuni dati fonte di preoccupazione.

Alimentazione e sonno - afferma Marina Picca -  continuano ad essere messi a dura prova. Rispetto ai dati del 2020 abbiamo osservato un miglioramento, ma   persistono elementi di preoccupazione”. 

Riguardo lalimentazione nella fascia 1-5 anni e quella 6 – 10 si confermano le  alterazioni già registrate nella prima indagine rispettivamente nel 25.6 % e  36.3% dei casi con un frequente aumento dei fuori pasto.

Il sonno è risultato ancora disturbato nel 28.2% dei bambini della fascia 1-5 anni e nel 26.9% dei bambini di 6-10 anni. Quali i maggiori disturbi? frequenti risvegli, incubi, difficoltà ad addormentarsi sono le problematiche  maggiormente riportate.

Un altro dato interessante su cui soffermarsi, analizzato solo nel 2021, è la presenza di disturbi di “malessere” fisico in circa il 40% dei bambini della scuola primaria, soprattutto cefalea , mal di pancia , stanchezza , disturbi agli occhi come riportato nella tabella 1.

  

DISTURBI

%

Cefalea

16

mal di pancia

14,5

Stanchezza

12,8

disturbi agli occhi

10,5

 

Tabella 1 :Disturbi  rilevati dai genitori nei bambini di età 6-10 anni nel 2021

 

Il digitale: sempre tanto e device personali  sempre prima

Nonostante la ripresa delle attività scolastiche (ricordiamo che la scuola dell’infanzia e la primarie sono le fasce di età che hanno mantenuto la frequenza scolastica a lungo) l’utilizzo del digitale rimane molto alto, anche se certamente si è ridotto rispetto al periodo di lockdown del 2020, quando rappresentava uno strumento importante - potremmo dire indispensabile - per “vicariare” o mantenere le attività sociali dei bambini, oltre che per studiare.

“Il dato  più rilevante- osserva ancora Marina Picca- è l’aumento dal 2020  del numero di bambini con device personale (Figura 1): nella fascia 1-5 anni si è passati da 9.1% a 14.5%, nei più grandi dal 23.5 % al 58.4%,  livelli impensabili prima della pandemia.  Sono numeri molto allarmanti perché sappiamo che il  possesso di uno strumento digitale ne aumenta l’utilizzo e anche il controllo da parte dell’adulto è  più difficile. Numeri che preoccupano soprattutto se pensiamo che stiamo  parlando  di una fascia di età  in cui  è ampio il dibattito relativo alle regole e ai tempi di utilizzo degli  smartphone”.

Figura 1: percentuale dei bambini con device personale nel 2020 e 2021

 

Comportamenti

“Irritabilità, rabbia,  capricci, svogliatezza sono comportamenti che i genitori avevano osservato nel 2020 e si confermano nel 2021, anche se con una lieve diminuzione,  - sottolinea Paola Manzoni , pediatra SICuPP Lombardia - testimoniando la  persistenza di un disagio nei bambini e nelle famiglie. Un dato preoccupante è la comparsa di paure (30.9% nei piccoli  e 27.4%)  in particolare del  buio e di incontrare altre persone”.

 

Parliamo di scuola.

Ma ai bambini è mancata la scuola?

“Sembra proprio di si- afferma Chiara Bove, Università  Bicocca -: i genitori riferiscono che prima del lockdown dell’aprile 2021 oltre 80% dei bambini della scuola dell'infanzia  e il 95% della scuola primaria erano contenti di andare a scuola. La nuova chiusura scolastica  dell’aprile 2021  e il relativo ritorno alla DAD sono stati accolti, come era facile da prevedere, è stata accolta con tristezza  nel  55.1 % dei  piccoli e 64.8% dei grandi. Dato in controtendenza rispetto allo stereotipo mediatico che a volte dipinge i bambini  felici perché la scuola è chiusa”.

 

Qualche dato sulla DAD nella scuola primaria.

“Le ore di DAD sono aumentate  molto nel 2021 rispetto al 2020: da 1-2 ore del primo lockdown si passa a 3-4 ore  e addirittura 5 ore nel 14.7% dei casi ;  una riduzione dell’attenzione- continua Paolo Ferri, Università Bicocca - durante la DAD rispetto alla scuola in presenza è  segnalata in circa il 60% dei bambini”.

Il non poter  giocare con gli altri bambini  è stata la limitazione che è pesata maggiormente in tutte le fasce di età.

Tutto questo testimonia come la socialità sia un aspetto fondamentale per lo sviluppo e il benessere nell’età evolutiva e per la qualità della vita quotidiana.

 

E in famiglia? Soprattutto per l’età scolare è stato osservato un peggioramento del rapporto adulti bambini (dall’11.4% del 2020  al 21.6% del 2021), dato in controtendenza rispetto al "miglioramento" emerso nel 2020. Anche la percentuale  dei genitori che dichiara di   non “poterne più” si alza dal 14.9% al 28.3% per i genitori di bambini 1-5 anni e da 20.1% a 30.7% per quelli con bambini  6-10 anni (Figura 2). 

 

 Figura 2

Questo testimonia come il persistere di una situazione critica dovuta al prolungarsi dell’emergenza pandemica, pesando in particolare sulle madri lavoratrici (anche nel 2021, infatti, la percentuale di madri-rispondenti è pari al  93.2% piccoli e 93.5% grandi) influenza negativamente i rapporti e il benessere familiare.

 

E' stata infine  riproposta una domanda finale aperta  Quali sono le preoccupazioni per il futuro?

Tra le prime: Come sarà la scuola, la qualità dellapprendimento e come i cambiamenti delle relazioni sociali influenzeranno lo sviluppo globale dei propri figli.

Come pediatri e ricercatori in ambito educativo, riteniamo che dopo un anno dalle restrizioni imposte dalla pandemia, la persistenza di alcuni comportamenti che testimoniano il "malessere" e la "fragilità" della salute mentale e fisica dei bambini, la stanchezza emotiva dei genitori, il clima di incertezza e le crescenti difficoltà nei rapporti familiari,  lincremento nelluso dei device personali, siano segnali da non sottovalutare.

I bambini e le famiglie hanno dimostrato ancora una volta una forza e una capacità di "resilienza sistemica", di reazione  non scontate che però nel tempo rischiano di logorarsi. Non possiamo escludere, infatti - conclude Marina Picca - che i cambiamenti di abitudini comportati dalla pandemia abbiano avuto un certo influsso nellaccentuare alcuni comportamenti ed abitudini che rischiano di incidere negativamente  sulla qualità della vita soprattutto dei bambini che vivono in famiglie già in condizioni di fragilità economica, sociale e culturale.  Enecessario investire per sostenere le famiglie tenendo insieme la dimensione della "salute fisica" con quella del "benessere socio-emotivo" di tutti i componenti del nucleo familiare.  La pandemia ha interessato tutti, indistintamente, ma i suoi effetti oggi non sono per nulla democratici.

 

Collaboratori della ricerca

* SICuPP Lombardia: Marina Picca, Paola Manzoni, Angela Mezzopane, Claudio Cravidi, Danila Mariani, Roberto Marinello, Silvia Senaldi

**Università di Milano-Bicocca: Paolo Ferri, Chiara Bove, Susanna Mantovani, Nicola   Cavalli