Editoriali

Riceviamo da Francesca Scaglia, Pediatra di Famiglia a Casalpusterlengo, questa lettera che volentieri pubblichiamo integralmente perché solleva un problema oramai divenuto molto evidente e pressante.

Vi invito a leggerla integralmente e a farci pervenire i vostri commenti, le vostre impressioni e perché no, le vostre proposte per una posizione della società sull’argomento. Sappiamo che è un problema sociale, ma oramai il nostro ruolo sconfina ampiamente nel sociale; potremo pensare ad un poster da sala d’attesa …

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Paolo Becherucci

Presidente SICuPP

 

Cari Colleghi, queste mie parole per confrontarmi e riflettere con Voi in merito ad una situazione che ogni anno mi trovo ad affrontare in modo più consistente nella mia realtà sociale e geografica: la frequenza dei miei assistiti ai centri estivi. Come ben sapete moltissime strutture, laiche o religiose, sempre più numerose di anno in anno, offrono accoglienza ai bambini di tutte le età anche per tutto il giorno durante i mesi estivi, anche con costi consistenti (100-150 euro/settimana). Inizialmente fino a fine giugno, poi anche tutto luglio, attualmente molte strutture offrono i loro servizi anche nei mesi di agosto/settembre. Tanti bambini quindi si trovano a non interrompere mai o per brevissimi periodi di 1-2 settimane la frequenza della comunità, con tutto quello che tale situazione comporta: circolazione di infezioni virali/batteriche, esposizione prolungata a temperature molto elevate e radiazioni uv senza protezione adeguata, maggior rischio di incidenti per scarso controllo da parte di personale adulto competente. Non voglio generalizzare ma parlo per l’esperienza dei miei assistiti: spesso i bambini vengono controllati da ragazzini volontari di 14-16 anni, che certo non possiedono gli strumenti adeguati per vigilare gruppi quasi sempre molto numerosi di bambini. Nella mia pratica ogni estate noto un’epidemiologia crescente di ustioni solari, traumi di vario grado e natura, inappetenza, astenia, virosi respiratorie e gastroenteriche ed infezioni batteriche comunitarie (tonsilliti streptococciche, polmoniti atipiche ecc.) recidivanti tra i numerosi partecipanti ai centri estivi. Questi bimbi arrivano a ricominciare la frequenza comunitaria a settembre senza, a mio parere, che si sia loro concesso un adeguato ristoro psico-fisico, con un sistema immunitario già debilitato, un’alimentazione poco curata e un’affettività familiare ridotta alle stesse poche ore al giorno di tutto l’anno.

Nella mia pratica lavorativa la prevenzione ha un ruolo fondamentale, pertanto sensibilizzo molto le famiglie anche su questo argomento ma mi trovo comunque in grande difficoltà, in quanto ad oggi la frequenza prolungata dei centri estivi è pratica assolutamente comune e consolidata. Mi piacerebbe avere un Vostro parere in merito.