I tumori infantili nella Terra dei fuochi

Teresa Cazzatoa cura di Teresa Cazzato

Uno dei fenomeni che minaccia l’uomo e la natura è l’inquinamento, problema tipico dei paesi più industrializzati che coinvolge tutto il pianeta.
Avviene attraverso varie fonti come l’aria, l’acqua e la stessa terra o per fenomeni naturali o per mano dell’uomo, provocando disastri ambientali e gravi danni alla salute. La gravità dell’inquinamento richiede azioni decisive per porre dei limiti ed interrompere tutti quegli effetti negativi sull’uomo e sull’ambiente ma spesso non  vengono rispettati anzi ignorati o elusi.

Nell'ultimo secolo l'inquinamento provocato dalle attività umane ha di gran lunga superato l'inquinamento di origine naturale. Leggi tutto Vengono immesse nell’ecosistema sostanze estranee ad esso o sostanze comuni ma in quantità tali da superare la capacità di essere demolite e decomposte o assorbite da parte dell’ambiente che risulta saturo ad esempio di anidride carbonica provocando l’aumento dell’effetto serra.
L’Italia non è esente da questo fenomeno ed in particolare alcune regioni, anzi negli ultimi anni le pagine dei giornali hanno posto in risalto ad esempio nella Campania il fenomeno denominato “Terra dei fuochi” zona inizialmente circoscritta ai comuni di Succivo, Aversa, Caivano, Acerra e Giugliano e poi estesa a molti altri comuni del casertano. In questi comuni si sono versati rifiuti industriali, rifiuti tossici e nucleari responsabili di un alto tasso di tumori soprattutto nella popolazione femminile e nei bambini.

L’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità sulla mortalità, ospedalizzazione e incidenza tumorale dei comuni della terra dei fuochi in Campania, è stato aggiornato recentemente insieme allo studio Sentieri. In questo rapporto si evidenziano una serie di fattori di rischio accertati o sospetti per l’esposizione ad inquinanti emessi o rilasciati da siti di smaltimento illegali di rifiuti pericolosi e di combustione incontrollata sia di rifiuti sia pericolosi e sia solidi urbani. E’ emerso in particolare un eccesso di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tipi di tumori ed eccessi di tumori del sistema nervoso centrale nella fascia d’età 0-14 anni.

In Italia un milione di bambini vive a meno di due chilometri da aree inquinate e undici milioni risiedono in aree coperte dai Registri Tumori, strutture che raccolgono le informazioni sui nuovi casi di malati di cancro. Il progetto Sentieri ha evidenziato un incremento di mortalità del 5% nel primo anno di vita dei bambini residenti nelle aree SIN (Siti di Interesse Nazionale). I tumori infantili sono un indicatore di una trasmissione transgenerazionale del danno. Secondo Ernesto Burgio, Pediatra e Presidente del Comitato Scientifico ISDE Italia, lo studio sul genoma ci conferma che l’attività dei geni è determinata dall’ambiente. Siccome sono cambiate le catene alimentari e l’aria che respiriamo nella loro composizione, l’esposizione è generale e transgenerazionale. Si comprende bene quanto i nove mesi di gestazione siano più importanti per quanto riguarda il rischio e per tutto ciò che accadrà nel resto della vita perché le mamme sono esposte ai vari inquinanti ambientali di acqua, aria e alimenti, inquinanti che vengono rilasciati al neonato o al feto attraverso il latte e il cordone ombelicale. Comunque ci sono studi di popolazione per le quali si sa già che ci sono esposizioni a rischio per inquinamento e contaminazioni ambientali per cui è necessario richiedere interventi di prevenzione primaria sia in questo caso ma sia lì dove ci siano fattori di rischio ancora non correlati.

I dati Terra dei Fuochi:

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