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La tradizione di donare uova in primavera risale a tempi antichissimi dato il significato di rinascita e resurrezione che caratterizza sia questa stagione che l’uovo stesso che ha in sé l’idea dello schiudersi della vita.

Fu il Re Sole (Luigi XIV) a suggerire ai suoi pasticceri di creare un uovo di cioccolato.

Tra il ‘700 e l’800 in Piemonte si cominciò a metterne all’interno dei piccoli regali (sorprese).

Il cioccolato ha una storia altrettanto antica

La parola cioccolato è estranea ai suoni del nostro vocabolario, infatti è di origine centro/sud americana (Aztechi, Maya, Incas) dove la cioccolata, estratta dai semi di cacao, era una bevanda amara sacra utilizzata in particolari riti per dare forza anche erotica, ed era considerata cibo degli dei. Nella sua preparazione venivano utilizzati anche pepe, peperoncino e spezie.

La cioccolata fa parte quindi dello scambio colombiano, anche se fu Cortez a portarla in Europa dopo aver depredato grandi quantità di semi di cacao dal tesoro di Montezuma. Sulle prime però non ebbe successo non incontrando il gusto degli europei, ma delle suore spagnole ebbero l’intuizione di sostituire il pepe, peperoncino e le spezie, con zucchero e vaniglia creando il prodotto che conosciamo.

Da un punto di vista nutrizionale, guardando alla sua composizione in macronutrienti, il cioccolato è un prodotto pessimo: troppe calorie (più di 500 kcal in 100 g), 33% di acidi grassi di cui il 60% saturi (principalmente acido palmitico e stearico), le restanti calorie sono quasi tutte fornite da zuccheri semplici, in genere saccarosio. È presente una moderata quantità di ferro e di magnesio.

Ma i sostenitori del cioccolato si appellano ad altre proprietà legate a sostanze presenti in tracce. Il cioccolato ha proprietà stimolanti in quanto contiene teobromina e una piccola dose di caffeina (è discutibile se queste proprietà eccitanti sono da ricercare nei bambini, forse in quelli più agitati sarebbe meglio evitare il cioccolato). Inoltre il cioccolato da una sensazione di benessere per il suo contenuto di serotonina e quindi ha la proprietà di liberare endorfine. Contiene anche piccole quantità di feniletilamina, una sostanza simile all’acido lisergico (LSD) forse anche con effetto afrodisiaco. Secondo invece una interpretazione psicologica, poiché il cioccolato viene dato ai bambini come premio quando sono buoni, il suo sapore sarebbe associato al ricordo e alla soddisfazione di essere premiati.

Il cioccolato contiene anche polifenoli con effetto antiossidante e, sempre secondo i sostenitori del cioccolato, farebbe bene al sistema cardiovascolare, ma forse i polifenoli li potremmo trovarne anche in qualche altro cibo un po’ meno calorico come la frutta e la verdura.

Il cioccolato comunque, nonostante la sua grande quantità di zuccheri semplici, ha un basso indice glicemico e una grossa proprietà saziante anche a piccole dosi. In chi è capace di non eccedere e mangiarne poco potrebbe pertanto essere di ausilio per osservare una dieta ipocalorica.

Di sicuro il cioccolato non fa venire i brufoli e la carie dentale.

In conclusione il cioccolato ha argomenti a favore sia dei suoi detrattori che dei suoi sostenitori e probabilmente appartenere a un gruppo piuttosto che un altro dipende da quanto piace il sapore del cioccolato. Può comunque essere consigliato in piccole dosi, ma quelli che lo prendono in piccole dosi probabilmente non amano il cioccolato.

Ultima cosa, un consumo eccessivo di cioccolato è considerato una dipendenza come l’alcolismo o il tabagismo che si chiama cioccolismo e sembra colpire in maggioranza il sesso femminile.

Marco Giussani