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(e la depressione lavorativa dei pediatri)
Di Giorgio Conforti
Siamo a febbraio, il telefono trilla, il fonendo  è arroventato, le mamme scalpitanti, i bambini ko, gli istruttori di calcio “pretendono” la presenza dei titolari (e riserve) al torneo della  domenica ...insomma la solita solfa.

Ma quest’anno è peggio, peggio perché, “scandalo” Fluad o no , le coperture per influenza sono in calo e i risultati si vedono dalla consueta curva dei malati che mette in cima al picco, che assomiglia tanto alla cima del K2 di bonattiana memoria, come sempre i bambini piccoli (aggiornamento al 21 gennaio 2015)

Incidenza delle sindromi influenzali...

Per di più il confronto con gli altri anni è eloquente e foriero di perduranti maratone in ambulatorio e non solo.

Incidenza delle sindromi influenzali...


Ce ne sarebbe già a sufficienza per alzare anche il livello di depressione lavorativa del pediatra, ospedaliero e territoriale, depressione teoricamente curabile con una settimana sulla neve, ma il solo pensiero di lasciare all’associato un carico raddoppiato di lavoro frena la decisione, oltre al costo del giornaliero degli impianti di risalita e il rischio di sottoporre a giunture non proprio da trentenni quelle della media anagrafica dei pediatri di famiglia italiani.
Ma chi si accapiglia sui forum e nei convegni nelle discussioni fra colleghi, ha anche altri motivi di depressione: li elenco (1a, 2a, 3a, 4a) ma provo a alleviarli (1b, 2b, 3b, 4b) …
1a) AIFA sospende l’utilizzo di alcuni lotti di Fluad in piena campagna vaccinale come da suo diritto e responsabilità dopo le segnalazioni di alcuni decessi cronologicamente successivi alla vaccinazione. Le indagini (anche coinvolta EMA) si svolgono in un mese prima dell’assoluzione con formula piena.
Penso che i tempi siano stati accettabili e l’iniziativa doverosa ma forse bastava segnalare l’età di tre deceduti (un settantenne, un ottantenne  e un novantenne) per calmare le acque ribollenti delle persone ansiose che di “decessi attesi” per età e patologia cronica dopo un qualsiasi atto medico non ci azzeccano tanto.
2a) Il trend a vaccinare di meno, se non altro i soggetti a rischio, è un trend  che nasce da lontano ed è ben spiegato dal grafico sottostante

 

Copertura vaccinale in persone di ...


Il grafico riguarda gli adulti, come si legge, ma chi mastica di pediatria può dire che non cambia granché nei minori.
Perché ?
Scarsa fiducia nel vaccino ?
Scarsa collaborazione territorio-secondo livello?
Poca compliance verso i pazienti ?
“Bufala” (falsa) dell’ H1N1?
Un minestrone di tutto questo ma purtroppo è la realtà.
3a) i PS scoppiano di accessi, i giornali vanno a nozze sulle proteste dei pazienti per i letti in corridoio e “i medici di famiglia chiusi nel WE” e ,ogni tanto, ci scappa il morto da (non) “banale influenza” il che porta a sollecitare visite al primo sternuto del pupo.
4a) i CDC (mannaggia, anche loro....) pubblicano sull’ MMWR che l’efficacia sul campo MEDIA del vaccino non supera il 23% nella media degli studi degli ultimi anni
1-2-3-4 bastano (e avanzano) per spingerci in farmacia a comprare un ansiolitico e poter tirare avanti fino alla fioritura prossima.
Ma siccome a Genova le mimose stanno fiorendo (giuro) vorrei dare qualche spiraglio di fiducia
1b) AIFA: già detto sulla doverosità dell’indagine e sui risultati. Si può (e si deve) migliorare sulla comunicazione e soprattutto sul coinvolgimento delle società scientifiche (a questo proposito l’affaire salbutamolo è oltre che inverosimile anche sfacciatamente indecoroso, speriamo in un ripensamento a breve). Ma alla fine dimostra che la sorveglianza esiste,i controlli si fanno e il vaccino è innocente. Vuoi vedere che poco alla volta cittadini e operatori iniziano a capire cosa voglia dire sorveglianza PASSIVA degli eventi avversi?
2b) qualcuno evoca il “ci vorrebbe il morto” per risvegliare le coscienze dei medici e dei pazienti sull’opportunità della prevenzione vaccinale specie dei soggetti a rischio. Il primo passo è la vaccinazione dei medici e paramedici che assistono questi pazienti cronici. Obbligo? Se ne sta parlando sempre più e potrebbe essere una soluzione (una delle soluzioni).
3b) che i decessi da influenza anche nei minori ci siano è evidente dai dati USA che si assestano mediamente sui 120-130/anno (oltre 220 nell’anno dell’H1N1 in cui si ebbero due epidemie, la pandemica e la stagionale,alla faccia della “bufala”): da noi influnet ci manda l’andamento quantitativo degli ammalati per età , non le ospedalizzazioni e i decessi. Ne possiamo ipotizzare calcolando la popolazione circa 15-20/anno nei minori di cui il 50% senza fattori di rischio. E’ chiaro che solo una presenza almeno nei mesi di maggior morbilità dell’assistenza sul territorio nei giorni festivi e prefestivi sarebbe necessaria. Qualche esperienza a tal riguardo c’è; per estenderla basta volerlo e, ovviamente, investire per una volta sul territorio.
4b) 23% è più di 0% e siccome l’unica arma di prevenzione vera è la vaccinazione perché rinunciarvi in attesa di vaccini più efficaci almeno alle nostre latitudini (spray nasale, tetravalente, universale....), specie se la “cultura” prescrittiva da noi esclude di fatto l’uso degli antivirali in terapia, ben raccomandati oltreoceano. Ma emergono sempre più dati che dimostrano, a fianco dell’efficacia sul campo indicata, riduzione delle ospedalizzazioni nei vaccinati, segnale che la riduzione percentuale delle forme gravi il vaccino la procura in modo ben più significativo di quel misero 23%. Chi vuole questi dati può andare su Medscape e trovarli facilmente.
Potrei scrivere altro ma tutti abbiamo poco tempo per quanto sopra. Ma proprio per quanto sopra se provate a annusare l’aria sentirete che qualcosa di diverso c’è, e se venite in riviera ligure quel qualcosa lo vedrete.