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E’ stato pubblicato nel mese di novembre sul sito “thelancet.com/child-adolescent”un articolo che mette a fuoco lo stato dei diritti dell’infanzia a 75 anni dalla dichiarazione dei diritti dell’uomo e a 34 anni dalla dichiarazione dei diritti del fanciullo. In questo articolo si legge che un bambino su cinque (400.000)  in atto vive o è fuggito da uno scenario di guerra, con tutto quello che comporta: dall’assistere a scene di violenza, alla morte dei propri cari, alla perdita delle loro certezze di base e ad essere essi stessi oggetto delle forme di sofferenza più inaudite. Quotidianamente i notiziari televisivi ci rimandano immagini dai luoghi di guerra  dove compaiono bambini accampati, laceri, in lacrime, feriti….abbiamo tutti assistito impotenti al trasferimento in Egitto dei piccoli prematuri di Gaza city (quelli che sono riusciti a sopravvivere all’assenza di energia e di ossigeno nelle loro incubatrici). C’è anche da temere che ci si possa assuefare a simili situazioni, ad accettare che l’unico modo per risolvere i conflitti possa essere la violenza dell’uomo contro l’uomo e come se le conseguenti pene inflitte ai  bambini fossero inevitabili….. Guerra significa anche malfunzionamento o addirittura assenza di scuola e istruzione.  E’ ampiamente dimostrato che un’infanzia costellata da sofferenza, privazioni  e violenza quasi sempre si tradurrà in una vita adulta talvolta essa stessa violenta o quantomeno con esiti del disturbo da stress post-traumatico, certi comportamenti e le loro esperienze dolorose, con buona probabilità, influenzeranno negativamente il loro modo di essere genitori, compromettendo di conseguenza lo sviluppo e la crescita dei loro figli. Di fatto quindi le conseguenze di questi insensati conflitti calpestando i più elementari diritti dei bambini (la vita, la salute, l’l’istruzione, la liberta, le relazioni familiari e sociali) si protrarranno per generazioni,  mettendo le basi per un futuro in cui adulti segnati in maniera più o meno profonda trasmetteranno ai loro figli i loro tristi vissuti.

Il Mahatma Gandhi una volta disse “Se vogliamo raggiungere la vera pace in questo mondo, e se vogliamo portare avanti una vera guerra contro la guerra, lo faremo a cominciare dai bambini”.

In questo spirito, dovremo iniziare sostenendo i diritti umani di ogni bambino e adolescente, a partire dall’ascolto attivo delle loro voci. Per garantire che i giovani abbiano voce e interesse nel rivitalizzare gli impegni assunti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (UDHR), le Nazioni Unite per i Diritti Umani hanno lanciato lo Youth Advisory Group (YAG) come parte dell’Iniziativa Human Rights 75 un anno fa, una lunga campagna per celebrare il 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Lo YAG presenta dodici giovani attivisti stimolanti provenienti da tutto il mondo che lavorano su varie questioni relative ai diritti umani. Un gruppo consultivo per i giovani ha sviluppato la Dichiarazione dei giovani sui diritti umani 75: la sua presentazione è attesa con impazienza. Esortiamo come pediatri di famiglia i leader mondiali ad avere una mentalità aperta e ad ascoltare le opinioni dei giovani sul futuro dei diritti umani. Questo è il primo passo senza compromessi verso la vera pace.

Milena Lo Giudice

The future of children's human rights: a call for peace

https://doi.org/10.1016/S2352-4642(23)00326-7