Tutor Specializzazione


L'accordo del 1996 stabilì una netta separazione rispetto alla convenzione per la medicina generale.
Nell'attuale accezione, il Pediatra di Famiglia è il vero ed unico tutore della salute globale del bambino, garante, in ogni situazione, del principio fondamentale della Costituzione Italiana, quello della "parità dei diritti all'assistenza ed alla salute per tutti i cittadini indipendentemente da qualsivoglia differenza di ordine economico, sociale, religioso e/o razziale”.
In Italia esistono circa 14000 pediatri per 8 milioni di bambini, di questi circa 7000 PdF, 5000 ospedalieri, 1500 pediatri universitari e 500 pediatri di comunità.
Da un’indagine a carattere nazionale della SIP del 2010 (vedi Libro Bianco della SIP),  si stima che l’andamento del numero totale dei Pediatri Italiani (di famiglia, ospedalieri, universitari) subirà una progressiva riduzione nei prossimi 15-20 anni, se le modalità di reclutamento specialistico resteranno le stesse. Infatti, proseguendo con il ritmo delle perdite che si sta verificando dal 2010, nel 2020 gli attuali 14000 professionisti saranno già scesi a 12000, e diventeranno 8000 nel 2025.
Ampliando lo sguardo nei vari Stati Europei le Cure Pediatriche Primarie erano affidate nel 24% dei casi ad un Sistema Pediatrico esclusivo, nel 35% dei casi ad uno combinato e  nel 41% dei casi ad uno basato solo sulla figura del Medico di Medicina Generale, con una tendenza di un costante aumento dell’assistenza ai pazienti pediatrici da parte di Medici di Medicina Generale, con una formazione in Pediatria veramente esigua (in media 6 mesi nell’arco della loro carriera universitaria).
L’Italia nell’ambito europeo si colloca attualmente (secondo i dati del Ministero della Salute dell’anno 2009) ai primi posti nel numero di scelte per Pediatra (in media poco più di 800 pz/PdF), tuttavia le previsioni per i prossimi anni, sulla base dei dati ISTAT di crescita della popolazione italiana, sono negative, in quanto nel 2025 è previsto un deficit di circa 3000 Pediatri.
Nell’ambito della formazione medico-specialistica in Italia, il D.M. 01.08.2005 ha previsto  un “riassetto delle Scuole di Specializzazione di Area Sanitaria” con l’obiettivo di garantire agli studenti un percorso di acquisizione di nozioni e attività cliniche propedeutiche  per i primi 3 anni di Specializzazione  e un biennio professionalizzante in cui lo studente può orientare le sue attività in cure primarie, cure ospedaliere e cure specialistiche.
Lo specializzando in particolare è tenuto a frequentare gli ambulatori di Pediatri di Famiglia tutor e le strutture territoriali distrettuali delle ASL per 60 giorni complessivamente nel corso del 2° e 3° anno e 120 giorni complessivamente nel corso del 4° e 5° anno.
Dati nazionali
Tra le prime esperienze di collaborazione tra Scuole di Specializzazione in Pediatria e PdF territoriali in letteratura sono riportate quelle  di Palermo (2004) e di Trieste (2008). Tuttavia già negli anni precedenti vi sono state esperienze in via sperimentale tra alcune Facoltà di Medicina e Chirurgia e PdF delle rispettive ASL. Dal 2003 al 2010 le sedi italiane che hanno aderito a tale progetto sono passate da 11 a 17.
Nel 2010 è stato redatto e pubblicato un questionario a livello nazionale grazie alla collaborazione tra ONSP (Osservatorio Nazionale Medici Specializzandi) e FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) in cui si riportavano i dati delle esperienze nelle varie sedi italiane.
Il periodo di frequentazione degli ambulatori di PdF variava da un minimo di 2 settimane a un massimo di 6 mesi (presso la Scuola di Pavia); nel 55% dei casi si è svolta nei primi 2 anni di Specializzazione, mentre nel 16% al terzo anno, nel 5% al quarto e nel 5% al quinto, in un 16% dei casi in un periodo a scelta dello studente.
Il gradimento nel complesso dell’esperienza è stato buono nella maggior parte dei casi, sia da parte degli studenti, sia da parte dei tutor.

L’esperienza di Pavia
Nel 2010 la Scuola di Specializzazione dell’Università di Pavia, diretta dal Prof. GianLuigi Marseglia, ha attivato una collaborazione con alcuni Pediatri di libera scelta dell’ASL di Pavia, coordinati dal Dott. Claudio Cravidi, controrelatore della tesi di Specialità.
Il 67% degli specializzandi ha dichiarato che la durata ideale del tirocinio sarebbe di 6 mesi e da effettuarsi nel primo triennio. Per il 92% degli specializzandi la rotazione è stata utile per l’orientamento della propria carriera specialistica, con un giudizio complessivo giudicato positivo nel 100% dei casi. È stato particolarmente apprezzato nell’esperienza col PdF una più stretta “sorveglianza” e valutazione del grado di acquisizioni del discente e da parte di quest’ ultimo una maggiore autonomia e responsabilità rispetto a quanto avviene in ambito ospedaliero.  
Il 50% degli specializzandi ha riconosciuto, quali caratteristiche peculiari della PdF, la continuità delle cure e un rapporto più “approfondito e consolidato” tra medico e paziente/famiglia, un approccio globale alla salute del bambino, con particolare attenzione allo suo sviluppo psicofisico, così come l’educazione alla salute e alla prevenzione e la gestione di patologie croniche.
Conclusioni: dal 2005 la formazione di uno specialista in Pediatria in Italia può completarsi con un periodo dedicato alle Cure Primarie mediante la frequentazione di ambulatori di Pediatri di libera scelta convenzionati con l’ASL di appartenenza della Scuola. Poiché circa il 75% degli specializzandi italiani prevede una carriera professionale orientata in tal senso e poiché il giudizio complessivo dell’esperienza sia da parte dei docenti che degli studenti è stato più che buono,  sarebbe auspicabile una diffusione maggiore a livello nazionale di tale collaborazione tra Scuole di Specializzazione e Pediatri di libera scelta, anche in linea con lo Statuto della Comunità Europea sulle Scuole si Specializzazione.